La Rogna nelle specie aviari

Oggi parliamo della ROGNA dei nostri amici piumati, patologia molto comune, soprattutto nelle cocorite (Melopsittacus undulatus) e nei passeriformi.

IL PARASSITA
Questa parassitosi è causata da un genere di acari chiamato Knemidocoptes (o Cnemidocoptes) che colonizza il becco, le cere, le palpebre e le zampe. Si tratta di acari scavatori che formano gallerie all’interno delle regioni colpite.
Trascorrono il loro intero ciclo vitale sugli uccelli ospiti, cibandosi della cheratina presente nelle aree colpite.
Il genere Knemidocoptes fu descritto per la prima volta nelle cocorite nel 1951 (Lovepierre and Griffiths).
Le specie che più comunemente infestano i nostri pazienti aviari sono K. pilae (psittaciformi), K. mutans (galliformi), K. jamaicensis (passeriformi).
La specie Procnemidocoptes janssensi fu descritta nei pappagalli del genere Agapornis.

COME RICONOSCERE LA ROGNA KNEMIDOCOPTICA?
Nei nostri pet piumati, principalmente cocorite, canarini e altre specie di piccola taglia, questi acari causano lesioni crostose, squamose, di colore dal grigio al marrone chiaro sulle aree cutanee senza piume, in particolare sulle zampe, intorno al becco, sulle palpebre e aree perioculari.
I parassiti penetrano direttamente nei follicoli delle piume e nell’epidermide, scavando cavità che sono visibili come lesioni a nido d’ape.
Di solito non si manifestano come lesioni pruriginose.
La patologia ha un decorso che può essere anche molto lento e gli animali colpiti possono sembrare apparentemente asintomatici per mesi.
Le prime lesioni di solito si notano alla base del becco e nei casi più gravi possono causare vere e proprie malformazioni delle regioni colpite, con allungamento patologico e deviazione del becco (vedi foto sotto).

TRASMISSIONE
La rogna si trasmette attraverso il contatto tra un animale malato ed uno sano ma non tutti i soggetti di uno stesso gruppo sviluppano la malattia. Questo si pensa dipenda dal sistema immunitario del singolo soggetto.

TERAPIA
Il trattamento dovrebbe essere somministrato il prima possibile, dopo opportuna diagnosi di un medico veterinario esperto in medicina aviare. Questo prevede la somministrazione ad intervalli di due settimane circa, di uno specifico antiparassitario che dovrà essere accuratamente dosato in base al peso del paziente onde evitare un’intossicazione.

CONTAGIO VERSO ALTRE SPECIE
Questa tipologia di parassita risulta tipica delle specie aviari, di conseguenza la trasmissione ai mammiferi, uomo compreso, non è documentata.

PREVENZIONE
Questi acari non sopravvivono al di fuori nell’ospite. Di conseguenza la disinfestazione dell’ambiente non risulta necessaria. La forma più opportuna di prevenzione risulta nell’effettuare periodi di quarantena studiati specificatamente per ogni nuovo soggetto e per ogni animale malato presente nel nostro gruppo.

Per qualsiasi dubbio riguardante questa ed altre patologie dei nostri amici piumati, scrivete pure in privato!